Pagine

14.9.11

Residence 'Du Parc'_ Torino, corso D'Azeglio 21

Il Du Parc è un residence di lusso. Offre appartamenti di pregio a facoltosi viaggiatori costretti a fermarsi in città, differenti per taglia e servizi. E' situato inoltre in una zona di pregio, lungo corso Massimo, accanto a Torino Esposizioni e due passi dal Valentino. Rileggo queste prime tre righe e mi sembra una pubblicità subliminale, nemmeno avessimo alloggiato davvero al Du Parc; trueisgood, dovete saperlo, ha fondi limitati.

La qualità del servizio (del quale non dubitiamo) non galleggia autoreferenziale in uno spazio indefinito o poco qualificante; al contrario, l'architettura rafforza questa idea. L'edificio, opera di Corrado Levi e Laura Petrazzini, risale al 1971 e, onestamente parlando, mi sembra più vicino al linguaggio modernista che al contesto culturale nel quale fu pensato. Meglio, possiede caratteristiche che me lo rendono insolito per l'architettura italiana di quegli anni; la composizione in facciata è dominata da fitte schiere di infissi metallici ripetuti su ogni piano, inquadrati in setti di calcestruzzo a vista, materiale che costituisce tutto il paramento esterno. Le finiture sono splendide, ma non sono originali; nel 2007 infatti, Camerana & Partners ha diretto un'operazione di restauro che ha provveduto a sostituire i serramenti originali, installandovene di nuovi, maggiormente performanti dal punto di vista tecnologico e slegati da ogni tipo di funzione portante. Il risulatato paga: la composizione non è stata violata, ma anzi valorizzata nei suoi elementi più connotativi.

Come accennato più sopra, la bellezza del Du Parc è da ricercarsi anche nella sua atipicità. Camerana, sul suo sito, cita 'i grattacieli americani di Mies Van der Rohe' (qui per leggere tutto il testo), ma è opportuno precisare; il Du Parc è un residence, un luogo deputato al soggiorno di persone di passaggio, il cui target è molto specifico per giunta. Gli architetti è probabile che abbiano declinato linguaggi elaborati e speculativi anche per il carattere cosmopolita che l'edificio avrebbe dovuto avere; ecco quindi un linguaggio con riferimenti chiari, consolidati, uno schema pulito e razionale comprensibile all'uomo d'affari in viaggio a Torino. La cosa che mi più mi piace è la grande disinvoltura; il residence non è una mosca bianca in corso Massimo, ma anzi conversa benissimo con le strutture tozze e massive di Torino Esposizioni e con il verde del parco vicino. (queste considerazioni sono scritte a prescindere dagli intenti progettuali degli architetti; non le abbiamo indagate).

Il residence Du Parc è dunque, a pieno titolo, trueisgood. Non si nega, parla chiaro e dimostra di essere capace di resistere all'incalzare dei tempi. 

S



Nessun commento:

Posta un commento