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16.9.11

Ex OSI/Ghia_ Torino, via Montefeltro 8

Negli scorsi esempi di architettura industriale presentati sulle pagine di trueisgood abbiamo spesso posto l'accento sulla qualità degli interventi, sui tentativi di trasformazione di realtà produttive ormai scomparse che con i loro stabilimenti hanno segnato in maniera profonda la storia della geografia urbana torinese. Oggi non parliamo di interventi proposti o in atto. Preferiamo raccontarvi la storia di un angolo forse dimenticato e sconosciuto ai più che presto verrà cancellato. Non ci interessa, per ora, sapere se si tratterà di un pessimo o di un ottimo intervento; dai pochi elementi che trapelano, risulta chiaro però che ben poco rimarrà di questo sito dismesso. Noi siamo arrivati giusto poco prima.

Parliamo degli stabilimenti della OSI (Officine Stampaggi Industriali), fondata nel 1960 da Arrigo Olivetti e Luigi Segre, già patron della Ghia, i cui locali sono proprio contigui a quelle delle Officine; la costruzione di questo grande stabilimento a ridosso della ferrovia è figlia dell'imprenditorialismo italiano del dopoguerra, che a Torino è stato per lungo tempo legato all'industria automobilistica. La OSI infatti si occupa prevalentemente di carrozzerie, inizialmente su commissione FIAT, in seguito anche con modelli propri. L'età d'oro della fabbrica tramonta dopo il 1968, anno in cui cessa la produzioni di componenti per veicoli; con la chiusura definitiva lo stabilimento si svuota, sprofondando in una condizione di forte degrado, visibile ancora oggi.

Il degrado dell'area, per verità, è visibile già lungo la vicina via Egeo, parallela al corso della ferrovia; ma è proprio in via Montefeltro che l'area diventa terra di nessuno. Eccezion fatta per il centro Toolbox (che lì ha i suoi locali), non è rimasto nulla. L'ingresso della OSI è sbarrato, ricoperto di graffiti; superando il cancello che oggi permette l'accesso alla via interna ai due fronti (oggi adibita a parcheggio) saltano agli occhi le precarie condizioni delle finiture; mancano vaste porzioni di intonaco, le vetrate sono ridotte a brandelli e un'inquietante segnaletica comunica che tutto il complesso è chiuso in attesa di operazioni di bonifica da amianto, che a quanto pare è stato utilizzato in maniera consistente. 

Al momento, sul lato che volge verso il cavalcavia su corso Dante, una parte degli stabilimenti è occupata da una palestra e da una discoteca; ben poca cosa, se si pensa che al valore storico di cui la OSI è testimone. In futuro, quest'angolo di periferia diventerà un polo universitario gestito dallo IED, che oltre ad inserirvi i propri locali, si farà promotore della realizzazione di torri residenziali destinate agli studenti (guardate qui). Rimaniamo in attesa. Come promesso.

(clicca qui per altre immagini)

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1 commento:

  1. Fantastico. Qui se non sbaglio verrà costruito il nuovo campus dello IED, chissà se preserveranno le architetture industriali...

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