Pagine

12.9.11

Stabilimento Microtecnica_ Torino, piazza Graf 147

Trueisgood, come sapete, ha pretese critiche molto modeste. Tuttavia, un minimo di indagine e analisi lo conduce, in modo da fornirvi una sorta di biglietto da visita dell'edificio presentato. Ebbene, questo oggi non è stato possibile; le informazioni, anche sul web, riguardo al grande stabilimento della Microtecnica sono ben poche. Sappiamo che il complesso risale al 1929 e che l'azienda si è sempre specializzata in componentistica meccanica di precisione; oggi in particolare si occupa di tecnologie nel ramo aerospaziale ed è stata assorbita dal gruppo americano Goodrich (qui per la pagina ufficiale).

Nient'altro. Non sono riuscito a rintracciare l'autore del progetto, né tantomeno ad ottenere altre informazioni; mi sono anche rivolto alla reception, dove due ragazze (più precisamente due oche) non mi hanno saputo dire niente (sostenevano addirittura che non avrei nemmeno potuto fare fotografie all'esterno dell'edificio!). La cosa tuttavia potrebbe avere i suoi lati positivi; l'osservazione diventa infatti autentica, libera da preconcetti e senza parallelismi, cosa naturale conoscendo autore e significato dell'opera.

L'edificio in realtà è molto semplice, regolato da pochi elementi; sulla strada, a costituire il fronte ovest di piazza Graf, si snoda un blocco compatto su tre livelli, scandito da aperture rettangolari, ampie finestrature inquadrate in quei telai reticolari tipici degli edifici industriali. Se si esclude il sistema strutturale (uno scheletro in calcestruzzo armato), riconoscibilissimo, la facciata non presenta altro di rilevante; vi sono comunque due elementi che esulano da questa logica: il portale sulla sinistra, che costituisce oggi l'ingresso di rappresentanza (quello con la reception e le oche) e il 'ponte' su via Canova, che per almeno un isolato, è circondata e sovrastata dai volumi della Microtecnica. Il portale è definito da un'ampia cornice lapidea dal  taglio razionalista, ai lati della quale si trovano due lampade identiche a quelle che si ritrovano nel secondo tratto di via Roma (da piazza San Carlo a piazza Carlo Felice: eccole). 

Lo stabilimento Microtecnica rimane compatto su tutta la piazza; al posto di separarsi in due ali distinte nel punto in cui via Canova lo disgiunge, preferisce il collegamento per mezzo di un ponte, come già accennato. Superandolo, si ha la sensazione di entrare in uno spazio molto simile ad una corte semiaperta molto stretta, ma sorprendentemente accogliente per essere un impianto produttivo; si è infatti circondati da cortine regolari, ravvicinate, all'interno di un area quadrangolare riparata dal sole in estate e dal freddo in inverno e per questo scelta dagli operai come luogo di pausa.

Dell'interno purtroppo ho veduto ben poco. In realtà, penso che l'importanza dello stabilimento Microtecnica sia da ricercarsi nelle sue volumetrie e nel modo in cui risolve il margine lungo la piazza e, di conseguenza, lungo via Madama Cristina, unico elemento obliquo in questa parte di San Salvario, dove il tessuto si è sviluppato parallelamente all'asse di via Nizza. Inoltre, nonostante l'austerità della composizione, il tutto è straordinariamente a misura d'uomo, in virtù di quell'architettura industriale pensata come 'cattedrale' del moderno e dunque con forte valenza civile.

S

1 commento:

  1. bellissimo l'edificio della microtecnica e molto bello l'articolo, soprattutto quando parla delle sensazioni stimolate dal tratto di via canova occupato dall'edificio. complimenti! Il progettista dovrebbe essere Mattè Trucco.

    RispondiElimina