L'environment Park è un progetto dei primi anni del 2000. Si tratta di un Parco tecnologico multifunzionale che è riuscito a coniugare innovazione tecnologica ed eco-efficenza. Ma trueisgood non parlerà del progetto di Benedetto Camerana ed associati (clicca
qua per un immagine) ma, del centro servizi che è presente nel parco ed è di Stefano Dotta, Alessandro Fassi e Andrea moro.
Il progetto ha la particolarità di essere stato inserito nello scheletro di una vecchia Ferriera Fiat che fu dismessa il 31 gennaio del 1989 (questo l'ho letto su una targa commemorativa che è stata affissa su una trave). La struttura occupa una superficie di 3600 mq e presenta una biblioteca, una zona esposizioni, alcuni uffici e una sala conferenze di 240 posti. La struttura è quasi interamente autosostenibile.
Il progetto è stato concepito e realizzato a "secco" i tempi di realizzazione sono stati brevissimi. La struttura è in acciaio e i tamponamenti sono in legno: il materiale protagonista della costruzione; spero solo che non sia stato scelto per un discorso "eco"estetico ma per scelte pensate. Quello che so per certo è che il legno dialoga perfettamente con la vecchia ferriera Fiat.
L'edificio è a due piani. L'entrata principale è accentuata da due corpi cuvi che fuoriescono dallo scheletro d'acciaio e aiutano l'illuminazione degli uffici grazie a due grandi vetrate che sono orientate verso sud ma, anche ( e direi anche purtroppo) da una strutturina in legno che non ha nessuna funzione visto che non copre neanche, vi assicuro che dal vivo è un pugno in un occhio. Guardando delle pubblicazioni su alcuni giornali di architettura del 2006 il colore del legno di tamponamento era molto piè vivo e acceso bisognerebbe sapere se gli architetti avessero previsto questa mutazione dovuta agli agenti atmosferici ; fatto stà che lo stato attuale del legno è particolarmente piacevole è meno invesivo (guarda una foto nottura del 2006 cliccando
qui). Nel complesso si tratta di una buona architettura chesi inscrive perfettamente nel suo contesto ma che ha un unico grande difetto: per quanto sia stata inserita sotto la vecchia ferriera non interagisce con essa, il centro servizi in legno poteva essere inserito in un qualunque altro posto. F
Il progetto ha la particolarità di essere stato inserito nello scheletro di una vecchia Ferriera Fiat che fu dismessa il 31 gennaio del 1989 (questo l'ho letto su una targa commemorativa che è stata affissa su una trave). La struttura occupa una superficie di 3600 mq e presenta una biblioteca, una zona esposizioni, alcuni uffici e una sala conferenze di 240 posti. La struttura è quasi interamente autosostenibile.
L'edificio è a due piani. L'entrata principale è accentuata da due corpi cuvi che fuoriescono dallo scheletro d'acciaio e aiutano l'illuminazione degli uffici grazie a due grandi vetrate che sono orientate verso sud ma, anche ( e direi anche purtroppo) da una strutturina in legno che non ha nessuna funzione visto che non copre neanche, vi assicuro che dal vivo è un pugno in un occhio. Guardando delle pubblicazioni su alcuni giornali di architettura del 2006 il colore del legno di tamponamento era molto piè vivo e acceso bisognerebbe sapere se gli architetti avessero previsto questa mutazione dovuta agli agenti atmosferici ; fatto stà che lo stato attuale del legno è particolarmente piacevole è meno invesivo (guarda una foto nottura del 2006 cliccando qui). Nel complesso si tratta di una buona architettura chesi inscrive perfettamente nel suo contesto ma che ha un unico grande difetto: per quanto sia stata inserita sotto la vecchia ferriera non interagisce con essa, il centro servizi in legno poteva essere inserito in un qualunque altro posto. F
Nessun commento:
Posta un commento