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6.8.11

ERA3_Milano, via Eraclito 3

Passeggiando a Milano, su viale Monza, si possono notare l'innumerevole presenza di abitazioni anonime che non hanno una precisa contestualizzazione "è possibile trovare una casa liberty di 3 piani affiancata ad una palazzina in piastrelle anni '70 di 7 piani ".In questo (sgradevole) gioco di contrasti  si colloca la struttura ideata da Gabriele Pranzo-Zaccaria (clicca qui per visualizzare il suo profilo flickr) un giovane architetto nato a Torino.La prima cosa che si nota è che questa palazzina residenziale spunta dalla linea di facciata. Avvicinandosi si nota che non esiste una facciata principale ma si tratta di un insieme di solidi che aggettano verso via Eraclito o che arretrano molto profondamente all'interno.L'impatto è piacevole anche per la scelta dei materiali e l'equilibrio dei colori.

Vista da viale Monza
Analizzando si può notare che la facciata è stata suddivisa in tre blocchi principali che si differenziano in forma,colore e materiali : Il primo a sinistra è formato da una facciata rossa che si allinea perfettamente all'abitazione a fianco questa facciata presenta un gioco di ballatoi in calcestruzzo armato uniti da un'unica linea spezzata che nei piani alti si spezza a tal punto da diventare una scala  (una scelta d'impatto? una provocazione? sicuramente una distrazione nel "ritmo" di facciata); Il secondo, quello centrale, presenta alcuni solidi rivestiti da un materiale nero (probabilmente metallico) che aggettano sulla strada e "coprono" l'entrata principale.

L'androne "è il pezzo forte" della casa : una scatola interamente rivestita in piccole lastre di pietra e presenta lateralmente un pannello in legno dove sono presenti le buche delle lettere (uno spazio che funziona, dove puoi asciugare se arrivi da una piovosa Milano o dove ti puoi rinfrescare rientrato dopo una passeggiata in una giornata estiva); Il terzo blocco ha un'alta concentrazione di legno ma conserva la presenza di ballatoi in calcestruzzo che danno un'immagine omogenea alla struttura. Guardando nei dettagli la costruzione si presenta grezza, non rifinita, sporca in un progetto che dovrebbe essere pulito nell'immagine (a questo si poteva rimediare benissimo visto che l'architetto era anche direttore dei lavori di cantiere).

Nel cortile interno prosegue lo stile confusionale dell'esterno sono presenti anche faretti decorativi, uno specchio d'acqua, pavimentazione in legno trattato, vetrate con ragnetti, pilastri cilindrici e divisori con cavi d'acciaio. Sembra che abbia voluto mettere tutto quello che gli passava per la testa  e non quello che effettivamente serviva come ad esempio una divisione netta tra interno ed esterno della strada.

Ciò che premia questo progetto è che "c'hanno provato" ed in alcune cose sono riusciti ad uscire dalle regole che omologano tutti i nuovi progetti di abitazioni di questo periodo che puntano solo ai guadagni e che cancellano i veri valori dell'architettura. F

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